Incontri sul futuro di Slow Food e congressi delle Condotte
Gli incontri che si stanno tenendo sui territori, e i congressi di Condotta che a breve inizieranno, quest'anno hanno un carico tematico più consistente del solito. Il Congresso di Chengdu ha infatti posto all'attenzione di tutto il mondo Slow Food la metamorfosi in atto, nell'intendo da un lato di descriverla e dall'altro di accompagnarla e facilitarla. Gli strumenti che ci ha fornito sono essenzialmente tre: le linee guida, le mozioni e la dichiarazione di Chengdu. Proprio da questi tre strumenti suggeriamo di partire per l'avvio delle riflessioni sui territori, che naturalmente potranno avvalersi del contributo dei consiglieri nazionali e degli esperti della nostra rete.
A) LE LINEE GUIDA
Nell'intento di dare uno strumento al lavoro che le Condotte stanno per intraprendere con le riunioni di approfondimento e i Congressi di Condotta/Comunità, abbiamo provato a ripercorrere le linee guida approvate al Congresso di Chengdu e a vedere, punto per punto, come potrebbero essere applicate alle realtà locali. Ogni Condotta/Comunità potrà decidere se discutere tutti i punti in assemblea o se dividersi in gruppi di lavoro per poi provare a far sintesi dei risultati dei singoli tavoli di approfondimento.
punto 1)
la “tessera” non può più essere l'unico modo riconosciuto di aderire a Slow Food, perché, se contiamo solo quelle, non rendiamo giustizia della nostra reale forza e non riconosciamo il valore delle tante attività che vengono realizzate sui territori da persone che aderiscono ai nostri principi.
Certo, occorre capire come rendere questi coinvolgimenti formalmente validi, ma intanto bisogna prenderne atto.
Ogni Condotta/Comunità dovrebbe, quindi, mettere in atto uno sforzo per individuare sul proprio territorio tutti i legami esistenti, in modo da fare una specie di censimento delle attività e delle persone, e rispondere alla domanda: al di là dell'elenco ufficiale degli iscritti, quali sono , sul territorio, i nostri referenti? Con chi lavoriamo? Chi aiutiamo nei suoi progetti? Chi ci dà una mano nei nostri? Con chi ci alleiamo quando portiamo avanti iniziative comuni?
Spunti specifici:
- Per rendere più agevole e flessibile l’adesione alla rete di Slow Food e la creazione di comunità locali attive, si può pensare di eliminare il numero minimo di soci per ogni Condotta/Comunità?
- Sicuramente può essere utile confrontarsi sul come realizzare concretamente i processi di inclusività nei confronti di tutte le persone che sentono di aderire ai principi di Slow Food?
Punti 2) e 4)
proprio perché cambierà la maniera di aderire a Slow Food, dovranno cambiare le funzioni e i ruoli dei livelli organizzativi (internazionale, nazionale, regionale, locale), dovranno quanto meno essere ripensate e ridefinite.
Le Condotte/Comunità possono aiutare in questo dicendo come si immaginano questi ruoli, come li sentirebbero più utili e più efficaci. E se qualche livello non è più necessario, non siamo obbligati a tenerlo. Se cambia l'Associazione cambiano anche i suoi strumenti.
Uno degli elementi chiave su cui riflettere è la coesistenza dell'autonomia dei territori con la necessità di meccanismi vincolanti rispetto ai momenti unificanti del movimento, come ad esempio le campagne globali Inoltre nelle linee guida si legge che nessun livello organizzativo potrà esercitare diritti di veto o di esclusività sui propri territori, che possano impedire la formazione di nuove forme di attivismo e di adesione a Slow Food.
Questo è un passo importante e in qualche modo liberatorio: Slow Food non ha proprietari, solo promotori. Le Condotte/Comunità non sono lì per difendere i confini, ma per divulgare i principi e i valori dell'Associazione. Se nasce spontaneamente qualcosa (una comunità, una nuova Condotta/Comunità, un progetto condiviso, una iniziativa) su un territorio, è sempre e comunque una vittoria di chi su quel territorio ha lavorato.
Spunti specifici:
- Nel momento in cui i livelli fondamentali di Slow Food sono diventati, oltre alle condotte, le comunità locali e il livello internazionale, che funzione dovrebbero svolgere i livelli intermedi, nazionale e regionale, per una realtà associativa come quella italiana, anche alla luce delle modifiche che riguarderanno le comunità locali?
3) a livello territoriale, le comunità locali rimangono il nostro punto di forza. È necessario un lavoro di ridefinizione della loro struttura e dei loro obiettivi. Dovranno essere sempre più aperte, inclusive e sempre più capaci di accogliere persone con ogni tipo di background e di cultura. Dovranno sempre più diventare gruppi locali di attivisti e sempre meno luoghi assimilabili a circoli dedicati all’organizzazione di eventi per soddisfare i propri membri. Dovranno essere molto liberi di scegliere le proprie attività e le proprie priorità d’azione, ma dovranno essere altresì vincolati alla realizzazione e supporto alle grandi campagne fatte a livello globale. Tutte le comunità locali esistenti dovranno aggiornare le proprie finalità e la propria struttura in base alla nuova organizzazione, prima del Congresso Internazionale del 2020.
Le Condotte/Comunità italiane, che vanno a Congresso hanno dunque l'occasione di ragionare sul proprio
profilo e sulle proprie inclinazioni, in base alla loro storia e al territorio in cui vivono. E alla luce delle indicazioni date dal Congresso, sia con il punto 1) delle linee guida, sia con le 6 mozioni congressuali, decidere quali saranno gli ambiti di attività dei prossimi anni e quali saranno i compagni di strada che cercheranno di coinvolgere.
Spunti specifici:
- Le linee guida organizzative approvate a Chengdu hanno tracciato la direzione per rendere più funzionale la nostra organizzazione agli obiettivi politici che ci diamo. Nella ridefinizione delle funzioni e dei ruoli dei livelli organizzativi di Slow Food come immaginiamo debbano essere modificate le attuali Condotte/Comunità? (anche in riferimento al punto 8) legato al disincentivo della burocratizzazione).
Punto 5)
è necessario un lavoro di ridefinizione della struttura, delle priorità e degli obiettivi di Slow Food. Slow Food sempre più dovrà concentrarsi sulla definizione della visione, le strategie, gli obiettivi, le linee guida delle possibili attività da realizzare. Il ruolo operativo di Slow Food dovrebbe principalmente focalizzarsi su:
Contenuti/Campagne
Comunicazione
Formazione
Aiutare i territori a trovare finanziamenti e supportare il lavoro in questi paesi, inclusa la fase di kick off dei diversi progetti
E' evidente che se cambia in questo modo profondo l'Associazione, non può non cambiare anche la struttura di Bra, che deve diventare sempre di più il supporto culturale, politico, organizzativo e operativo per andare incontro alle esigenze dei territori. Su questo punto chiave, le Condotte/Comunità possono contribuire provando a descrivere il tipo di struttura che pensano possa essere più utile per i territori sottolineando quali funzioni debbano essere svolte dallo staff in modo da consentire ai volontari di essere pienamente e compiutamente volontari.
6) un’area strategica su cui concentrarsi sarà la comunicazione. Dovremo cambiare la nostra comunicazione in modo da riuscire ad essere più semplici e più immediati nello spiegare chi siamo, senza però perdere la complessità del nostro messaggio e la molteplicità delle nostre progettualità. Si dovrà trovare il modo di definire i diversi livelli (internazionale, nazionale/regionale, locale) di comunicazione, per evitare duplicazioni e per ottimizzare il lavoro.
Si dovranno fare dei ragionamenti sull’uso del marchio, per tutelarlo, ma al tempo stesso per metterlo a valore ed evitare la frammentazione e la proliferazione di altri marchi.
Le Condotte/Comunità potrebbero qui contribuire descrivendo le proprie esigenze in termini di comunicazione, sui vari livelli.
Spunti specifici:
- la comunicazione che arriva alle Condotte/Comunità: è adeguata? E' sufficiente? Come potrebbe essere migliorata?
- la comunicazione che dalle Condotte/Comunità deve partire: avete strumenti adeguati? Pensate di saperli usare? Avete bisogno di formazione? Avete proposte?
- in generale la comunicazione di Slow Food: come la giudicate? Che miglioramenti proponete?
7) un’altra area strategica su cui concentrarsi sarà la ricerca risorse. Andranno studiate formule nuove di finanziamento di Slow Food a tutti i livelli. Andranno realizzate delle strategie specifiche per coinvolgere le persone fisiche, le imprese private, le Fondazioni e le Istituzioni.
Su questo punto le Condotte/Comunità che lo vorranno potranno scegliere un progetto sul quale impegnarsi. Eventualmente uno a livello nazionale o internazionale e uno a livello territoriale, in massima libertà. Inserire l'obiettivo nel programma di mandato può essere un aiuto alla comunicazione, e può aiutare a programmare le attività in modo coerente.
8) andrà incentivata la partecipazione ad ogni livello del più ampio numero di persone possibile e disincentivata l’eccessiva burocratizzazione e gerarchizzazione delle strutture ad ogni livello
Questa linea guida, diretta conseguenza del punto 1) va resa operativa nei modi che le Condotte/Comunità vorranno darsi. Aprendo tutte le riunioni alla cittadinanza per esempio, o creando coordinamenti che vedano il coinvolgimento di altri gruppi cittadini. L'idea è quella che invece di “riunirsi” ci si “sparpagli”, in modo da contaminare quanti più ambienti possibile con le idee e i valori di Slow Food. Ogni Condotta/Comunità avrà idee diverse per mettere in pratica questa indicazione e sicuramente su ogni territorio si potrà trovare il modo di realizzarla.
B) LE MOZIONI
Oltre alle linee guida il Congresso di Chengdu ha approvato 6 mozioni, che riguardano temi strategici sui quali l'Associazione si mobiliterà nei prossimi anni. Anche qui si suggerisce di analizzarle nelle assemblee e nei Congressi e di decidere quali di queste tematiche sono più agevolmente applicabili nel singolo territorio in modo da programmare il lavoro del periodo di mandato. I sei temi:
I cambiamenti climatici, le nostre scelte alimentari, l’agricoltura che vogliamo;
• L’Africa di Slow Food e Terra Madre;
• La biodiversità, i saperi, le comunità e le culture tradizionali che vogliamo difendere e sostenere; • I saperi indigeni, alleati chiave per affrontare le sfide globali;
• La trasmissione di saperi, l’accesso alla conoscenza, l’Università diffusa;
• La plastica negli ecosistemi del pianeta: una minaccia per il nostro cibo e la nostra salute;coprono un ventaglio di possibili iniziative decisamente ampio e sicuramente ogni Condotta/Comunità si ritroverà in almeno uno di essi. Sia pure senza negare gli altri potrà scegliere di concentrarsi operativamente su uno specifico settore.
C) LA DICHIARAZIONE DI CHENG DU
La Dichiarazione di Chengdu, quasi un nuovo Manifesto del movimento, va distribuita a tutti i soci attuali e nuovi, va usata come biglietto da visita per coloro che desiderano conoscerci e va utilizzata come uno strumento per chiarire i nostri principi e i nostri valori e per comunicarli adeguatamente. Dovrebbe entrare nella nostra quotidianità e sicuramente con il tempo lo farà, ma i dirigenti territoriali potrebbero trarre vantaggio dal conoscerla bene e dall'aver chiari i suoi contenuti.