Questo evento si è concluso il 04 ottobre 2020 12:30 CEST

I piccoli produttori a difesa del territorio

Agro-ecologia e Agro-ecosistemi sostenibili


domenica 04/ott/2020 dalle 10:30 alle 12:30 (UTC +02:00)

Quando

domenica 04/ott/2020 dalle 10:30 alle 12:30 (UTC +02:00)

Descrizione

il Festival dello Sviluppo Sostenibile è la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, diffondere la cultura della sostenibilità e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all'Italia di attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).

La condotta di Bari di Slow food è da tempo impegnata concretamente a favore dell’agroecologia attraverso una serie di azioni miranti alla sensibilizzazione della rete associativa sul territorio. A sostegno dei progetti in corso, questa condotta ha chiamato Gianluigi Cesari, ricercatore da tempo impegnato nella difesa di sistemi colturali sostenibili, Maurizio Morisco, referente in Puglia dell'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica e il sindaco di GinosaVito Parisi, impegnato nella valorizzazione della filiera agroecologica e sociale favorendo l'aggregazione fra aziende e le associazioni del terzo settore. Modererà Simona Giordano, ricercatrice.

.... Quando si affrontano le varie teorie sul modo di fare agricoltura Slow Food ha le idee chiare e scommette senza esitazione su un approccio agro-ecologico, in cui le colture sono considerate come parte dell’ecosistema e il modo di coltivare è orientato al mantenimento della complessità dell’ambiente e delle relative interazioni tra le diverse specie agrarie e animali e tra queste e le specie naturali e l’ambiente. Un approccio che salvaguarda la biodiversità, e la fertilità dei suoli, che rispetta i saperi tradizionali e li adatta alle condizioni locali..... (vedi articolo completo in fondo alla pagina)

La conferenza potrà essere seguita anche:

https://www.facebook.com/festivalurbanosvilupposostenibilebari

biglietto Biglietti
Prezzo unitario
Quantità

Relatori


Simona Giordano

Ricercatrice Moderatrice


Gianluigi Cesari

Ricercatore


Maurizio Morisco

referente in Puglia dell'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica


Vito Parisi

Sindaco di Ginosa

Le attività di Slow Food sull’agroecologia (tratto dal Documento di posizione sull'agroecologia di Slow Food di Francesco Sottile e Cristiana Peano)

......I Presìdi: dopo aver catalogato, a partire dal 1996, oltre 2900 prodotti a rischio di estinzione (con il progetto dell’Arca del Gusto), Slow Food ha atto un passo ulteriore, entrando nel mondo della produzione, per conoscere i territori, incontrare i produttori, comprendere la loro realtà e le loro difficoltà, promuovere i loro prodotti, il loro lavoro, i loro saperi. Con gli anni, il progetto dei Presìdi è diventato uno dei veicoli più efficaci per mettere in pratica la politica di Slow Food sull’agricoltura e sulla biodiversità.
I progetti dei Presìdi sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall'estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. I produttori di ogni Presidio redigono insieme un disciplinare di produzione condiviso, in cui si delineano anche la pratiche agroecologiche. Nel caso di produzioni basate sull’agronomia convenzionale, il progetto prevede anche l’accompagnamento dei produttori verso l’adozione di pratiche agroecologiche. 

Gli orti: la rete locale di Slow Food coltiva orti (scolastici, urbani, comunitari) in Europa e nel mondo. Gli orti Slow Food si basano sulla conoscenza e sulla valorizzazione delle risorse locali, a partire dal suolo, dai semi e dalla biodiversità delle varietà vegetali. Seguono i princìpi dell’agroecologia. Esistono oltre 470 orti in Europa e oltre 2000 nel resto del mondo.

L’etichetta narrante: un’etichetta che non sostituisce quella obbligatoria, ma la completa con informazioni aggiuntive che riguardano varietà e razze, metodi di coltivazione, produzione, allevamento e trasformazione, aree d’origine, benessere animale, per consentire scelte consapevoli e oculate.........

L’agroecologia che diventa movimento salva il pianeta

Si fa un gran parlare di pratiche agricole perché queste influenzano l’intero sistema della produzione del cibo. Negli ultimi anni si discute molto di cambiamento climatico, del legame tra le sue conseguenze e lo stato di salute della popolazione mondiale, di quanto questo fenomeno sia in stretta connessione con una produzione agroalimentare di tipo industriale, di quanto i Paesi del Sud del Mondo ne paghino il prezzo maggiore pur essendo essi stessi meno colpevoli.

Quando si affrontano le varie teorie sul modo di fare agricoltura Slow Food ha le idee chiare e scommette senza esitazione su un approccio agroecologico, in cui le colture sono considerate come parte dell’ecosistema e il modo di coltivare è orientato al mantenimento della complessità dell’ambiente e delle relative interazioni tra le diverse specie agrarie e animali e tra queste e le specie naturali e l’ambiente. Un approccio che salvaguarda la biodiversità, e la fertilità dei suoli, che rispetta i saperi tradizionali e li adatta alle condizioni locali.

Crediti Fotografici Pixabay

Ma come ricordano anche Francesco Sottile e Cristiana Peano nel loro Agricoltura slow, l’agroecologia non è solo pratica agricola ma anche un movimento il cui sguardo non si limita al campo ma all’intero sistema alimentare, con un allargamento di orizzonte del tutto simile a quello che da anni ha portato Slow Food ben oltre il piatto (o il bicchiere). In quest’ottica scegliere l’agroecologia significa contribuire alla costruzione di modelli alimentari equi e sostenibili, diventare attori di un cambio di paradigma, perché un sistema alimentare che nutre solo una fetta di mondo a discapito delle altre popolazioni del globo e dell’ambiente non è accettabile.

A ritmi serrati e forzando gli iter parlamentari è stata approvata una manovra finanziaria che prevede, tra le altre cose, l’assegnazione di terreni agricoli alle famiglie con tre o più figli. Una misura che ha destato ilarità e battute, ma che dovrebbe anche far riflettere. Se un Paese che ha nella forte contrazione dei tassi di natalità uno dei suoi punti di criticità sceglie di scommettere sul ritorno alla terra come incentivo, in attesa che vengano stabiliti criteri e modalità di assegnazione, vale la pena soffermarsi anche sul “come” questi terreni devono essere coltivati e gestiti. Partiamo da qui.

Giorgia Canali

da La Stampa del 6 gennaio 2019

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