Descrizione
Il nome “prato stabile” deriva dalla peculiarità di questa coltivazione: i prati, una volta che si caratterizzano di specie erbacee spontanee, generalmente graminacee, non vengono mai avvicendati con altre colture, non avviene l’aratura o l’erpicatura, ma unicamente lo sfalcio e una eventuale concimazione naturale.
Questa gestione permane per decenni, secoli ed anche millenni.
Si tratta quindi di ecosistemi agrari sostenibili che consentono un alto livello di biodiversità. In questi ecosistemi esiste una stretta relazione fra l'allevamento delle vacche da latte e la permanenza dei prati stabili. Le vacche consumano i fieni dei prati e producono le deiezioni che permettono il ripristino degli elementi. Di conseguenza, una eventuale contrazione del settore vaccino comporterebbe anche la riduzione delle superfici a prato.