Questo evento si è concluso il 04 dicembre 2019 23:30 CET

Gruppo d'acquisto Natale 2019


dal 18/nov/2019 ore 00:30 (UTC +01:00)
al 04/dic/2019 ore 23:30 (UTC +01:00)

Quando

dal 18/nov/2019 ore 00:30 (UTC +01:00)
al 04/dic/2019 ore 23:30 (UTC +01:00)

Descrizione

ACQUISTO COLLETTIVO NATALE 2019

Anche per quest'anno, dal 1991, Slow Food Legnano vi propone l'ormai tradizionale acquisto collettivo natalizio.

Chiusura degli ordini: mercoledì 4 dicembre

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A breve comunicheremo modalità e tempi di consegna degli ordini.

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Salmone Originale Irlandese "Tommy Mulloy"

Il salmone è certamente uno degli alimenti più noti e ormai più comuni.

Abbiamo scelto un salmone di provenienza irlandese.

Si tratta di un Salmo Salar, o Salmone atlantico, biologico: allevato in mare aperto, nelle acque del Donegal, la regione più a nord della Repubblica d’Irlanda, le migliori per questo tipo di pesce e alimentato con mangimi certificati biologici.

Gli allevamenti avvengono in acque aperte ed incontaminate -con correnti molto forti- in una delle zone più selvagge d’Irlanda. Le particolari correnti e gli allevamenti a “bassa intensità” fanno sì che sia un salmone particolarmente magro, dalla caratteristica consistenza burrosa ma soda. Per chi ama i numeri: questi salmoni sono stati misurati nuotare per circa 20mila chilometri nel corso dei circa tre anni della loro vita.

Ci piace ricordare che abbiamo incontrato questo particolare salmone quando abbiamo conosciuto Beppi Bellavita. Beppi incappò in questo prodotto negli anni 90. Dublino era molto più povera e il porto era la zona probabilmente più malfamata della città. Ma venne a sapere che proprio lì, dove il pesce arrivava appena pescato, c’era una piccola azienda che lo trasformava e vendeva e che a detta dei dublinesi stessi era un vero gioiello per gli intenditori del porto.

Si recò così da Tommy Mulloy, e il curioso italiano e il pescivendolo irlandese iniziarono a fare affari insieme.

Ancora oggi gli eredi di Tommy preparano il loro salmone con lo stesso sistema che aveva affascinato il Beppi Bellavita: nel loro impianto di Howth, il promontorio a nord della città, col metodo tradizionale, a freddo utilizzando pregiato legno di quercia, ad una temperatura e per un tempo studiato negli anni.

L’esito è un prodotto di fresca affumicatura, dolcissimo, tenerissimo, dal profumo soave e delicato. Viene affumicato a freddo a 26 gradi per oltre 7 ore garantendo così il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche del prodotto.

Dagli anni 90 costituisce il nostro pezzo forte per il Natale.

Abbiamo scelto la “baffa” intera (cioè una metà del salmone)

Il peso può variare tra il chilogrammo (minimo) e il chilo e 500 grammi.

Al momento della prenotazione si verserà la somma relativa alla quantità minima e si integrerà, al momento della consegna l'eventuale differenza restante.

Panettone Tradizionale Panificio Grazioli

Prodotto artigianale di alta qualità e fatto di ingredienti naturali, il Panettone del Panificio Grazioli è il Re dei panettoni: tutta la bontà di un dolce di pasticceria e la fragranza di un prodotto da forno insieme. La lavorazione è laboriosa: impastato una prima volta con l'aggiunta del Lievito Madre (rinfrescato da più di 18 anni) e lasciato lievitare per 12 ore, viene poi reimpastato con i vari ingredienti, in particolare l’uvetta sultanina australiana considerata la migliore ma introvabile negli altri prodotti perché troppo costosa. Dopo un riposo di 1-2 ore, viene trasformato in pane e fatto ancora lievitare per 6-7 ore prima di essere infornato. Il lievito madre e l'uva australiana, il burro eccellente, le tante uova che conferiscono il bel colore giallo all'impasto e le farine macinate esclusivamente a pietra da agricoltura biologica, insieme alle tante ore di lievitazione, contribuiscono alla magia di un dolce soffice e digeribile, adatto a qualunque occasione di consumo, per una colazione golosa o come dolce da fine pasto.

Cotechino Cascina Leva

Il Cotechino dell’Azienda Agricola Cascina Leva.

Dopo più di 50 anni di esperienza nell’allevamento di suini, l’Azienda Agricola Cascina Leva di Uboldo (Va) ha deciso, negli ultimi anni, di realizzare un laboratorio per la lavorazione delle carni e la produzione di insaccati.

Il cotechino proposto è fatto con carne di maiale e cotenne macinate fini ottenuti solo da capi nati in Lombardia e cresciuti nei loro allevamenti di Turate (Co). La sua produzione rispetta gli standard tradizionali, non solo nell’allevamento dei suini (mantenuti per un periodo superiore rispetto ad un allevamento intensivo), ma anche nella lavorazione a mano. Ne deriva un prodotto più equilibrato e meno grasso rispetto alla norma, apprezzato per la maggior consistenza e la miglior digeribilità. Ottimo nel classico abbinamento con le lenticchie, non sfigura nemmeno accostato a verze o ad altre verdure stufate.

Il segreto del tempo deve essere rispettato anche nella cottura che deve avvenire facendolo sobbollire in acqua non salata, dopo aver bucato il budello con una forchetta o la punta del coltello in più punti.

La confezione è composta da 2 pezzi da 500 g cadauno.

Lenticchia di Santo Stafano di Sessanio

E’ piccola e molto saporita: una minuscola lenticchia di pochi millimetri di diametro, globosa e di colore scuro, marrone-violaceo. Cresce oltre i mille metri di altitudine solo sulle pendici del Gran Sasso, nei territori incontaminati del Parco Nazionale. Alcune coltivazioni si spingono fino a 1600 metri, ma è intorno ai 1200 che danno i risultati migliori. Per le loro piccolissime dimensioni e l’estrema permeabilità, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio non hanno bisogno di alcun ammollo preliminare. Sono straordinariamente saporite e il modo migliore per apprezzarle è una zuppa molto semplice: bisogna coprirle con acqua e aggiungere spicchi d’aglio scamiciati, qualche foglia di alloro, sale, olio extravergine e portare quindi a leggera ebollizione, a pentola chiusa. Non si tratta di una lenticchia qualsiasi ma di un biotipo preciso selezionatosi in questa zona da tempi immemori. Basti pensare che le coltivazioni di legumi, e in particolare di lenticchie, in questa zona dell’Aquilano sono già citate in documenti monastici dell’anno 998. Qui ha trovato un habitat ideale, fatto di inverni lunghi e rigidi – al termine dei quali, alla fine di marzo, si seminano le lenticchie – e di primavere brevi e fresche. I terreni poveri di montagna (calcarei) sono perfetti per le lenticchie, che non richiedono nemmeno grandi concimazioni. Diventano invece legumi impegnativi al momento della raccolta, che avviene tra la fine di luglio e la fine di agosto. Le lenticchie maturano in modo scalare e anche in tempi diversi, secondo l’altitudine del campo. A volte trascorrono 15 giorni tra la falciatura, quasi sempre manuale, e la battitura: le piantine falciate, se lasciate sul campo – prima accumulate in piccoli covoni e poi ammassate sotto la protezione di un telo – nutrono comunque i semi portandoli a maturazione. Spesso non è possibile usare la mietitrebbia, perché i campi sono in zone impervie ma soprattutto perché i legumi si sviluppano vicino al terreno e con la raccolta meccanizzata le perdite potrebbero arrivare al 30-40% del raccolto. Insomma, la raccolta avviene ancora come mille anni fa ed è molto faticosa.

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